Scuola: Come si diventa assistenti all’autonomia e comunicazione
Già in passato ci siamo occupati della figura dell’assistente all’autonomia e comunicazione, prevista dalla Legge 104/92, che prevede l’obbligo per gli enti locali di fornire assistenza per l’autonomia e la comunicazione agli alunni con disabilità che ne abbiano necessità. Il Dirigente Scolastico deve richiedere, su sollecitazione della famiglia, l’assistente all’Ente Locale di riferimento, vale a dire la Provincia per le scuole secondarie di secondo grado e il Comune per i gradi inferiori.
Ci siamo occupati però principalmente del suo ruolo e dei suoi compiti nel lavoro scolastico e, pertanto, ci soffermeremo ora sulla sua formazione e sul reclutamento, che appaiono piuttosto intricati ed eterogenei. Infatti, poichè la legge prevede che tali figure siano fornite dagli enti locali, la definizione dei modi in cui il servizio deve essere gestito e i criteri di reclutamento e formazione del personale sono delegati proprio agli Enti Locali. Ciò significa che Province e Comuni si muovono in maniera piuttosto autonoma. Gli stessi termini utilizzati per tale figura sono diversi nei diversi territori. Si parla quindi di assistenti, sostegno educativo, assistenza educativa, AEC esperti in Braille, LIS ecc. Se poi aggiungiamo che esistono anche altre figure che operano nelle scuole, con compiti di assistenza di base o specialistica, collaboratori, OSS, oppure figure ibride, come ad esempio gli accudienti, la situazione si complica ancora di più e spesso non è di facile comprensione.
A tale eterogeneità nei termini corrisponde la medesima varietà nella formazione e nel reclutamento. Per quanto concerne la formazione, sono stati attivati negli ultimi anni diversi corsi professionalizzanti organizzati da diversi enti per la frequenza dei quali si richiedono di solito alcuni titoli di accesso, come le lauree in ambito psico-pedagogico o diplomi nella medesima area, ma non pochi sono aperti a tutti i diplomati o a chi ha formazione ed esperienza maturata nel settore educativo o di assistenza. Tali corsi mirano a formare figure professionali qualificate per fornire un’assistenza specialistica a soggetti con disabilità fisica, psichica e sensoriale, la cui limitazione in autonomia e/o comunicazione determini la necessità di un’assistenza ad personam.
Non esistono fonti normative che specifichino in maniera dettagliata quali debbano essere i titoli o i requisiti per poter svolgere il compito di assistente scolastico specialistico per l’autonomia e comunicazione. La legge n. 104/92, infatti, si limita a prevedere in maniera generica che il personale sia appositamente qualificato e specificamente formato. Generalmente, però, i bandi si concentrano su titoli di studio di area didattica e pedagogico-educativa; in ogni caso non possono prescindere da certi requisiti minimi, come il conseguimento di almeno un titolo di scuola secondaria superiore.
Anche i datori di lavoro possono essere diversi. L’ente locale, infatti, può pubblicare un bando per formare una graduatoria di operatori a cui attingere per gestire il servizio nelle scuole del suo territorio. Oppure l’ente può mettere a bando il servizio che verrà gestito da una o più Cooperative sul territorio. Anche la scuola può mettere a bando un certo numero di ore di assistenza utilizzando fondi dedicati.
Attualmente, quindi, chi volesse svolgere questa professione dovrebbe possedere un titolo di studio di area pedagogica, seguito da qualche corso professionalizzante, eventualmente conoscere la lingua dei segni o il Braille. Dovrebbe inoltre prestare attenzione ai vari bandi che periodicamente escono.
Per il futuro, aggiungiamo, è previsto un sostanziale cambiamento, stabilito per legge, che dovrebbe rendere omogenei i titoli di studio e la formazione degli educatori su tutto il territorio nazionale, riservando solo a personale laureato.